Il peccato originale del settore energia
C’è un peccato originale che ha contraddistinto l’operato dei primi venditori di energia elettrica e gas nel mercato libero: aver considerato il prodotto come una commodities. Qui chi mi conosce potrebbe subito interrompermi e chiedermi: “Ma come, tu stesso ne hai parlato più volte in questi termini”. Vero, ma analizzando la questione dal punto di vista del cliente, che non trova logicamente differenze qualitative tra un prodotto e un altro.
Un venditore deve invece partire da un presupposto familiare per chi ha iniziato a dare una sbirciatina al mio blog, collegato strettamente a quello che ci insegna Seth Godin: è il marketing ad essere il vero prodotto. Quest’ultimo è infatti soltanto un mezzo attraverso il quale il cliente soddisfa una propria aspirazione o un proprio bisogno.
Aver guardato solo al prodotto finale e aver considerato commodities l’energia elettrica e il gas anche all’interno del loro intero processo di vendita è stato dunque il principale errore delle reti commerciali. In un recente articolo, il mio brillante collega Giuseppe Dell’Acqua ha scritto che il problema non è il mercato, ma sono i venditori. Io restringo il campo: credo che il vero problema del settore dell’energia sia costituito da chi ha costruito la strategia di vendita, vale a dire i direttori commerciali e gli area manager, che hanno guardato per l’appunto al prodotto finale, le commodities, e non al marketing a esso collegato.
A mio avviso si tratta di un errore importante, perché ha portato a una conclusione errata: essendo commodities, energia elettrica e gas possono essere vendute da chiunque. Abbiamo dunque assistito, negli scorsi anni, a un proliferarsi di network marketer, modalità di vendita responsabile ma che ritengo totalmente inadatta al settore, che vendevano questi servizi attraverso dopolavoristi e ragazzini inesperti che non avevano alcuna nozione delle agenzie di vendita e del lavoro stesso del venditore, né tanto meno delle logiche e dello studio di posizionamento e branding legati al marketing. Chiunque si è messo a vendere energia, che fosse o meno professionalmente valido, sulla scorta dell’idea che al cliente servisse il prodotto a prescindere dal processo di scambio dei valori e, quindi, dal marketing.
Un errore imperdonabile commesso da area manager e direttori commerciali, che hanno di fatto svilito quello che è il nobile lavoro del venditore, trasformando call center aggressivi in brutte copie di agenzie di venditori e sfruttando la bassa conoscenza della filiera del settore che aveva all’inizio il cliente medio italiano. Questo peccato originale ha portato conseguenze disastrose non soltanto in quella che è la concezione generale della professione del venditore, ma anche per l’attività commerciale di energia e gas sul territorio, abbassando notevolmente la considerazione del cliente sia nei confronti dei venditori offline e online, sia in quelli del prodotto stesso.
Inizialmente, infatti, i clienti sono stati obnubilati da chi si presentava loro sul mercato libero convincendoli di offrire un prodotto che li avrebbe portati a risparmiare considerevoli somme di denaro, senza offrire una controprova. Più i venditori hanno venduto l’illusione del risparmio ai consumatori, più questi ultimi si sono accorti dell’inganno e son tornati ai marchi a loro più familiari, che proprio (e solo) per questo motivo ispiravano in loro una maggiore fiducia, pur nella costante bassa conoscenza del settore.
Il nostro lavoro deve e può essere diverso. Non dobbiamo più commettere il peccato di considerare il prodotto energia elettrica e gas come una commodities, senza considerare di fatto quello che deve sempre essere al centro della nostra attenzione di venditori: il processo di scambio di informazioni tra noi e il consumatore, il metodo di conduzione del processo stesso, la comprensione totale delle aspirazioni, dei bisogni e delle emozioni collegate all’acquisto di un prodotto. È questa la vendita moderna, chi non lo capirà è destinato a morire.
Nella mia vita ho messo al centro la persona, la fiducia, la dignità professionale valori che guidano ogni mia scelta. Credo che il lavoro dell’operatore energetico meriti più rispetto, più metodo e una nuova narrazione.