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Che cosa non è il marketing

Che cosa non è il marketing

da | Mag 3, 2019 | Marketing | 0 commenti

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Esiste molta confusione sul termine marketing. Il suo significato è nebuloso per molti, e con questo articolo voglio dare il mio contributo a questa straordinaria materia manageriale che in un’era cliente-centrica sta vivendo un periodo di particolare splendore.

La definizione di Kotler

Il marketing è quel processo sociale e manageriale diretto a soddisfare bisogni ed esigenze attraverso processi di creazione e scambio di prodotti e valori: questa è la definizione che ne dà Philip Kotler, guru del marketing statunitense. Una conclusione, la sua, frutto di anni e anni di studio e di analisi, due attività a cui nel marketing non può rinunciare mai nessuno.

Tutto ciò che non è marketing

Per fugare ogni dubbio su cosa realmente sia il marketing, oggi voglio focalizzare l’attenzione su cosa assolutamente non è, mettendo dei paletti utili non soltanto ad avvalorare la definizione di Kotler, ma anche a dare delle linee guida a chi volesse intraprendere la strada che porta a realizzare un business di successo.

Il marketing non è pubblicità

Il primo mito che voglio sfatare sul marketing è quello che lo raffigura semplicisticamente come pubblicità. Quest’ultima è infatti soltanto una parte del primo, e se ci si limitasse a sponsorizzare un prodotto o un servizio non si otterrebbero risultati importanti. Questa associazione mentale è probabilmente frutto di una cultura imprenditoriale ancora legata al prodotto e a un trapassato modo di concepire il business, ma la verità è che senza lo studio del mercato e il coinvolgimento delle persone, senza la capacità di mettersi dall’altra parte della scrivania e sforzarci di pensare come pensa un cliente (cosa che solo il marketing ti insegna a fare), si rischiano soltanto fallimenti e brutte figure.

Il marketing non può essere un costo accessorio

Il marketing non è nemmeno un costo accessorio da sostenere a cuor leggero e senza una strategia di fondo. Investire tempo e denaro in questa buona pratica è al contrario un’attività necessaria capace di dare risposte insindacabili sulla bontà di un progetto e sull’eventuale successo a cui un business può andare incontro.

Il marketing non può essere delegabile

Il marketing non è un problema, né tantomeno un problema del quale affidare la responsabilità a terzi. Solo un imprenditore senza una visione potrebbe infatti lasciare l’ideazione e la gestione di una strategia nelle mani di un’agenzia di comunicazione senza interessarsene in prima persona. Io credo fermamente, per di più, che ogni azienda non dovrebbe fare a meno di uno staff  interno addetto a queste funzioni. E se si è troppo piccoli per permettersi dipendenti dedicati al marketing? Predispongo un mio personalissimo piano di marketing e affido all’agenzia solo la messa in opera del piano, tutto il resto è fuffa creativa che nulla ha a che fare con il marketing.

Il marketing non è solo vendere

Fare marketing non vuol dire soltanto vendere. La vendita è solo un momento di un processo formato da un complesso di attività, un processo di svariate attività, prima, durante e dopo la trattativa, tra le quali spiccano le indagini e lo studio di mercato utili ad analizzare e percepire le preferenze e i comportamenti comuni dei potenziali clienti. Fare marketing è dunque piuttosto lo studio dell’arte della vendita, inteso come processo e costruzione di un contesto che agevoli la vendita, un’opera, quindi,  che consta di più passaggi ugualmente importanti.

Il Marketing non sono volantini, brochure, gadget, cartellonistica, digitale

Questi sono piuttosto strumenti di marketing, così come lo sono gli strumenti digitali di marketing Automation come gli Autoresponder o l’intelligenza artificiale. Sono tutti strumenti, strumenti al servizio di una strategia, di un fine, che è invece l’essenza del marketing stesso.

Il marketing non può essere l’ultima spiaggia, è invece la prima strada da percorrere

Battendo la lingua su un altro dente molto dolente, aggiungo poi che il marketing non può assolutamente essere l’ultima spiaggia. Vale dunque lo stesso principio del quale ho ampiamente parlato nell’articolo sul prezzo: una strategia vincente non si improvvisa, va programmata con largo anticipo prevedendone ogni dettaglio possibile. Solo così si potrà andare incontro al successo a vele spiegate.

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