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L’elogio del fallimento

L’elogio del fallimento

da | Apr 18, 2019 | Cibo per la mente | 0 commenti

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In questi giorni nelle sale cinematografiche di tutto il mondo sta riscontrando tantissimo successo il nuovo film di Tim Burton, “Dumbo”. La ben nota storia dell’elefantino dalle grandi orecchie mi ha fatto tornare in mente alcuni passaggi di un libro che ho letto qualche tempo fa, un elogio del fallimento.

La storia di Dumbo

Le vicende del film disegnano infatti inizialmente il piccolo Dumbo come un reietto, un elefante troppo diverso dagli altri e per questo indegno di stare insieme ai suoi simili. Proprio da quella che è considerata una malformazione, il cucciolo trova però la forza di riscattarsi agli occhi di tutti e realizza l’impossibile: volare sbattendo le orecchie come fossero ali.

Il fallimento come un marchio a fuoco

Questa storia mi ha fatto riflettere sul fatto che molto spesso le situazioni della vita, i fallimenti in cui incappiamo, specie nel mondo imprenditoriale, le trattative importanti saltate vengono considerate dei marchi a fuoco indelebili, impedimenti che finiscono per inficiare il nostro stesso approccio con il lavoro.

Il fallimento come strumento di crescita

È un concetto, questo, mitizzato negativamente dalla società in cui viviamo, per la quale gli errori, i fallimenti, gli sbagli, i progetti che si rivelano sbagliati e le trattative non chiuse vanno analizzati solo nel contesto in cui avvengono e sono dunque ritenute negative a prescindere da tutto. Io credo invece che il fallimento, se lo si valuta con il giusto mindset, possa diventare un eccezionale strumento di crescita.

Il principio di Pareto

Qui mi ricollego a un concetto che ho letto in un altro libro e che prende spunto dal famoso principio di Pareto, secondo il quale il 20% delle cause provoca l’80% degli effetti: una piccola parte delle cose che ci succedono nella nostra vita sono quelle che banalmente accadono, ma la maggior parte di esse dipendono da come ci comportiamo di fronte a questi accadimenti. Quindi ritengo che un approccio positivo al fallimento e all’errore, orientato a studiare le motivazioni per cui si sono verificati e a imparare da essi sia l’unico che si possa avere oggi.

Nessuno è infallibile

Nessuno di noi è infatti infallibile, ma con un approccio positivo di fronte agli eventuali fallimenti in cui incapperemo nel corso della nostra vita avremo molto probabilmente la forza di trasformarli in risorse inestimabili utili a permetterci poi di affrontare serenamente e con più consapevolezza situazioni simili.

Noi, il frutto di una storia

Noi siamo sicuramente il frutto di una storia che si è verificata negli anni, nei mesi e nei giorni precedenti; siamo il risultato di un percorso, un ciclo continuo che muta quotidianamente. Di questo percorso e di questa storia fanno parte anche i fallimenti, che vanno dunque affrontati con il giusto approccio e con il giusto mindset.

La lezione di Michael Jordan

Micheal Jordan, uno dei più grandi sportivi della storia ci ha lasciato una volta un insegnamento enorme: “Nella mia vita – ha detto – ho sbagliato più di novemila tiri, ho perso quasi trecento partite, ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l’ho sbagliato. Ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto”. L’allenamento continuo permette dunque di raggiungere determinato obiettivi e lavorare sui propri fallimenti ci porta a fare la differenza. È questo l’unico approccio possibile nei confronti del fallimento.

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