I cambiamenti sociali che sono avvenuti negli ultimi anni, soprattutto in Italia, ci hanno restituito un ritratto completamente diverso della figura dell’imprenditore rispetto a quello che eravamo abituati a osservare. Questo ci ha portati a considerare nettamente l’idea che tale figura possa essere costruita da zero, motivo per cui imprenditore si può diventare, non lo si nasce. Ad aiutare, in questo senso, può contribuire un bagaglio di esperienza già incamerato da terzi, un’autostrada che a mio avviso può costituire la futura attività dell’imprenditore: il franchising.
Il coraggio e la determinazione
Partiamo però dal principio, da quelle che considero le due sole e uniche caratteristiche che un imprenditore deve assolutamente avere per ambire a ripercorrere l’evocativa strada fatta da chi (e i casi sono molteplici) è partito da teenager con un sogno in un garage ed è finito per diventare milionario. Sto parlando del coraggio e della determinazione, caratteristiche peraltro necessarie non soltanto per chi voglia diventare un imprenditore, ma per ciascuno di noi.
Il successo attraverso il fallimento
Senza il coraggio di mettersi in gioco e di inseguire un sogno e senza la determinazione di farlo a tutti i costi, evitando ovviamente di andare a sbattere continuamente contro un muro senza imparare dai propri errori, nessuno può ambire a creare la propria startup e a diventare un imprenditore che abbia la capacità di raggiungere il successo attraverso il fallimento, concependo quest’ultimo come un fatto che avviene naturalmente e dà la consapevolezza utile ad affrontare successivamente situazioni simili.
Oltre il Miracolo Italiano
Queste due caratteristiche, unite all’adozione di modelli conoscibili e studiabili già esistenti, può peraltro essere un’ottima via di fuga dallo stallo economico che la situazione politica e sociale italiana ha creato negli ultimi decenni. Negli anni successivi al cosiddetto Miracolo Italiano, la maggiore ambizione di chi entrava nel mondo del lavoro era infatti quella di diventare dipendente in una struttura pubblica o in banca. Oggi, però, questa possibilità non c’è più e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.
La rovina economica italiana
Tralasciando tutti i motivi che mi portano a sostenere con forza quanto la generazione immediatamente successiva al miracolo italiano costituisca il principale problema dell’economia del nostro Paese, mi limito a sottolineare come questa situazione abbia creato e pian piano acuito in tutti noi la necessità di sviluppare il coraggio e la determinazione di diventare imprenditori.
Micro-mercati e microcosmi
Si tratta per giunta di un percorso addirittura facilitato dalla crescita dei consumi, da quella dei prodotti e da quella di consumare questi ultimi in maniera sempre più ingente all’interno di micro-mercati, microcosmi e nicchie di mercato anche nuove, in cui è possibile cimentarsi, mettersi alla prova e combattere per avere successo.
Nuovi strumenti manageriali e didattici
Parlando di semplicità, non possiamo poi non considerare che esistono oggi degli strumenti manageriali e didattici che danno la possibilità, se letti e studiati, di imparare giorno dopo giorno a diventare imprenditore, sulla base ovviamente del coraggio e della determinazione personali, che vanno costantemente allenati. Questi dettagli mi portano a immaginare che l’impresa diventerà in futuro sempre più importante nell’intero sistema economico italiano.
Le piccole e medie imprese
A suggerirmelo contribuisce anche il fatto che, parallelamente all’ambizione giovanile di trovare lavoro in un ente statale o in banca, negli anni ’70 l’economia italiana si sia iniziata a fondare sulle piccole e sulle medie imprese. Dato che restituisce una naturalità e una spontaneità intime negli italiani di riuscire a essere imprenditori nei microcosmi e nei micro-territori.
Il franchising
Se dopo aver analizzato tutto ciò valutiamo modelli di successo in altre nazioni come il franchising, che sostanzialmente ha la dote di minimizzare per gli imprenditori il rischio di commettere errori nella delicatissima fase iniziale, quella in cui c’è moltissimo da imparare, abbiamo trovato un ingrediente che a mio avviso potrà funzionare con facilità anche in Italia.
La via per il successo
Il franchising permette di saltare la fase-startup, quella in cui bisogna giocoforza imparare un modello, commettere errori, fallire, perdere soldi e contestualmente, col tempo, sviluppare capacità e crescere, sfruttando l’esperienza di chi ha già sbagliato e imparato, facendo successo e costruendo un metodo importante. La via del futuro per fare impresa in tempi rapidi e con successo può dunque essere quella di replicare su un altro territorio i passi di un altro imprenditore, fondandoli ovviamente su una base di coraggio e determinazione, alle quali aggiungere definitivamente una capacità fondamentale: scegliere il franchisor giusto da emulare. Solo così si potrà funzionare e farlo alla grande.
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