Impresa, territorio e comunità: un modello sferico di crescita sostenibile
L’evoluzione del paradigma economico nel settore energetico italiano
Il concetto di impresa sostenibile sta attraversando una profonda trasformazione in Italia, soprattutto nel settore energetico dove si sta affermando un nuovo modello di sviluppo che integra dimensione economica, territoriale e comunitaria. Questo approccio, definibile come “sferico”, supera la visione lineare tradizionale per abbracciare una prospettiva multidimensionale in cui impresa, territorio e comunità interagiscono in modo sinergico.
La transizione energetica italiana, accelerata dagli obiettivi del PNRR e dalle direttive europee, sta ridefinendo il ruolo delle imprese nel contesto locale. Non più semplici operatori economici isolati, ma nodi di una rete complessa che genera valore condiviso attraverso l’integrazione con le specificità territoriali e le esigenze comunitarie.
Le tre dimensioni del modello sferico di crescita
1. La dimensione imprenditoriale: dalle imprese estrattive a quelle generative
Le imprese sostenibili del settore energetico italiano stanno evolvendo da un modello estrattivo, focalizzato esclusivamente sul profitto individuale, verso un modello generativo che produce valore economico, sociale e ambientale simultaneamente.
Questa trasformazione si manifesta attraverso:
Innovazione nei modelli di business: Le aziende energetiche stanno sviluppando offerte che integrano produzione, distribuzione e gestione ottimizzata dei consumi, come evidenziato nell’evoluzione verso modelli di partnership energetica che ridefiniscono le relazioni tra fornitori e consumatori.
Diversificazione dei servizi: Oltre alla fornitura tradizionale, le imprese offrono consulenza specializzata per l’efficienza energetica, progettazione di impianti rinnovabili e supporto nell’accesso agli incentivi. La figura dell’utility manager diventa centrale in questo processo, fungendo da ponte tra competenze tecniche e strategia aziendale.
Integrazione verticale sostenibile: Le imprese più innovative stanno creando filiere corte dell’energia, dalla produzione rinnovabile locale alla distribuzione territoriale, fino ai servizi di efficientamento per i clienti finali.
2. La dimensione territoriale: dal locale al glocale energetico
Il sviluppo locale energia rappresenta la seconda dimensione fondamentale del modello sferico. Il territorio non è più un semplice contenitore di attività economiche, ma diventa protagonista attivo della transizione energetica attraverso la valorizzazione delle sue specificità.
Potenziale rinnovabile territoriale: Ogni territorio italiano possiede un mix unico di risorse rinnovabili – solare nel Mezzogiorno, eolico nelle zone costiere e appenniniche, idroelettrico nelle aree alpine, biomasse nelle zone rurali. Lo sviluppo locale energia significa progettare sistemi energetici che massimizzano queste dotazioni naturali, come illustrato nei casi di successo delle comunità energetiche rinnovabili.
Infrastrutture e smart grid territoriali: La digitalizzazione delle reti di distribuzione locale permette una gestione intelligente dei flussi energetici, ottimizzando la produzione distribuita e riducendo le perdite di rete. Questo approccio richiede investimenti coordinati tra pubblico e privato, spesso facilitati da meccanismi di finanza agevolata e incentivi dedicati.
Pianificazione energetica territoriale integrata: I PAESC (Piani d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima) e i PEAR (Piani Energetici Ambientali Regionali) stanno diventando strumenti strategici per allineare sviluppo imprenditoriale e vocazione territoriale, creando ecosistemi energetici coerenti con le caratteristiche economiche e sociali locali.
3. La dimensione comunitaria: dalla partecipazione alla co-produzione di valore
Le comunità energetiche rappresentano la terza dimensione del modello sferico, probabilmente la più innovativa e dirompente nel panorama energetico italiano.
Le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER): Introdotte dal Decreto Legislativo 199/2021 e successivamente regolamentate, le CER permettono a cittadini, imprese, enti pubblici e associazioni di associarsi per produrre, consumare e condividere energia rinnovabile. Come approfondito nell’analisi sulle comunità energetiche locali, questi soggetti giuridici rappresentano una forma ibrida tra impresa sociale e cooperativa energetica, con finalità primaria di beneficio ambientale, economico e sociale per i membri e il territorio.
I Gruppi di Autoconsumo Collettivo (GAC): Specifici per i contesti condominiali e per edifici multipiano, i GAC facilitano la condivisione dell’energia prodotta da impianti fotovoltaici comuni, ottimizzando i consumi collettivi e riducendo i costi in bolletta.
Configurazioni innovative: Emergono anche forme ibride come le “comunità energetiche industriali”, dove le imprese del tessuto produttivo locale si consorziano per condividere la produzione da rinnovabili e ottimizzare i consumi durante i picchi di prezzo, una strategia particolarmente rilevante considerando le dinamiche del PUN e dell’Indice GME.
L’intersezione delle tre sfere: esempi virtuosi italiani
Il distretto energetico della Valtellina
Un esempio paradigmatico di modello sferico è rappresentato dai distretti energetici alpini, dove la tradizione idroelettrica si integra con nuove forme di produzione rinnovabile e consumo comunitario.
Dimensione imprenditoriale: Presenza di aziende specializzate nella produzione idroelettrica che hanno diversificato verso fotovoltaico e consulenza energetica, offrendo servizi integrati di gestione contratti energia e gas.
Dimensione territoriale: Utilizzo ottimale delle risorse idriche montane integrate con impianti fotovoltaici sui tetti degli edifici pubblici e produttivi, creando un mix energetico resiliente e adattato al territorio.
Dimensione comunitaria: Costituzione di CER che coinvolgono comuni, imprese turistiche, agricoltori e residenti, con sistemi di premialità che redistribuiscono i benefici economici dell’energia condivisa per progetti di welfare locale.
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Il modello agricolo-energetico pugliese
La Puglia rappresenta un laboratorio avanzato per l’integrazione tra agricoltura, impresa energetica e comunità rurali.
Dimensione imprenditoriale: Aziende agricole che hanno integrato la produzione fotovoltaica con l’attività agricola (agrivoltaico), creando flussi di reddito diversificati e stabili, spesso gestiti con il supporto di professionisti certificati secondo la norma UNI 11782.
Dimensione territoriale: Valorizzazione di terreni marginali o sottoutilizzati per l’installazione di impianti rinnovabili, con attenzione al paesaggio e alla biodiversità, creando un modello di “campagna energetica produttiva”.
Dimensione comunitaria: Nascita di cooperative energetiche agricole che condividono la produzione rinnovabile, ottimizzano i costi di gestione e accedono collettivamente agli incentivi, come quelli previsti dal PNRR per le comunità energetiche in ambito rurale.
I quartieri energetici urbani: il caso di Bologna
Il progetto Pilastro-Roveri a Bologna esemplifica come il modello sferico possa funzionare anche in contesti urbani complessi.
Dimensione imprenditoriale: Coinvolgimento di ESCo e società di servizi energetici che offrono pacchetti integrati di riqualificazione, produzione rinnovabile e gestione ottimizzata, spesso in sinergia con i servizi di tutela nell’energia.
Dimensione territoriale: Riqualificazione energetica di interi quartieri attraverso sistemi integrati di teleriscaldamento, fotovoltaico condominiale e mobilità elettrica condivisa, che trasformano il tessuto urbano in un ecosistema energetico efficiente.
Dimensione comunitaria: Costituzione di CER di quartiere che aggregano condomini, attività commerciali, uffici pubblici e scuole, creando meccanismi di solidarietà energetica e redistribuzione dei benefici economici verso fasce vulnerabili.
Le competenze necessarie per gestire la complessità sferica
La gestione di questo modello tridimensionale richiede competenze ibride e trasversali, che integrano saperi tecnici, economici, giuridici e sociali.
Il ruolo strategico della consulenza specializzata
Le imprese sostenibili che vogliono inserirsi efficacemente in questo paradigma necessitano di consulenza energetica specializzata che vada oltre la semplice analisi dei consumi e delle tariffe.
Analisi di posizionamento territoriale: Valutare come l’impresa può integrarsi nelle vocazioni energetiche del territorio, identificando opportunità di simbiosi industriale, condivisione di impianti o partecipazione a configurazioni collettive.
Progettazione di modelli di business circolari: Sviluppare strategie che trasformino gli scarti energetici in risorse (cogenerazione, recupero termico) e che creino valore condiviso con la comunità locale.
Facilitazione nei processi partecipativi: Supportare le imprese nella costruzione di relazioni con amministrazioni locali, cittadini e altre imprese per co-progettare soluzioni energetiche territoriali.
Formazione e sviluppo di competenze
La complessità del modello sferico richiede percorsi formativi strutturati che preparino professionisti capaci di muoversi tra le tre dimensioni.
Corsi di Energy Management avanzato: Programmi che integrano competenze tecniche (audit energetici, progettazione impianti), economiche (analisi costi-benefici, accesso agli incentivi) e relazionali (gestione stakeholder, facilitazione comunitaria).
Specializzazioni in Community Energy: Formazione specifica sulla costituzione, gestione e governance delle configurazioni collettive, inclusi gli aspetti legali, fiscali e di ripartizione dei benefici.
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Aggiornamento continuo sulle evoluzioni normative: Il quadro regolatorio italiano ed europeo è in rapida evoluzione; professionisti e imprese necessitano di aggiornamenti costanti per cogliere opportunità emergenti e rimanere compliant.
Gli strumenti finanziari e normativi a supporto del modello sferico
Incentivi e meccanismi di sostegno
Il sistema italiano ha progressivamente sviluppato strumenti che sostengono l’integrazione tra impresa, territorio e comunità.
Tariffa incentivante per l’energia condivisa: Il meccanismo introdotto per le CER e i GAC riconosce un contributo economico sull’energia condivisa all’interno della configurazione, premiando la prossimità geografica tra produzione e consumo.
Contributi a fondo perduto PNRR: Fino al 40% delle spese ammissibili per la realizzazione di impianti rinnovabili nelle CER, con particolare attenzione ai comuni sotto i 5.000 abitanti, favorendo lo sviluppo locale energia nelle aree interne.
Detrazioni fiscali e crediti d’imposta: Superbonus (nelle sue varie evoluzioni), Ecobonus e crediti d’imposta per efficienza energetica nel settore produttivo rappresentano leve finanziarie che le imprese sostenibili possono utilizzare per investimenti che generano benefici condivisi.
Contratti di sviluppo territoriale: Strumenti di programmazione negoziata che permettono di coordinare investimenti pubblici e privati su progetti energetici integrati a livello territoriale.
Il quadro normativo abilitante
La normativa italiana ha progressivamente recepito le direttive europee creando un framework favorevole al modello sferico.
D.lgs. 199/2021 (RED II): Ha introdotto e disciplinato le CER e l’autoconsumo collettivo, definendo perimetri, soggetti ammessi e modalità di partecipazione.
Decreto MASE giugno 2024: Ha dettagliato le modalità operative, i requisiti tecnici e i criteri per accedere agli incentivi, rendendo concretamente attuabile il modello comunitario.
Delibere ARERA: L’Autorità di regolazione ha definito gli aspetti tecnici di misurazione, valorizzazione e ripartizione dell’energia condivisa, garantendo trasparenza e certezza operativa.
Normative regionali: Diverse regioni hanno emanato leggi specifiche per promuovere le comunità energetiche e lo sviluppo locale energia, con ulteriori incentivi e semplificazioni procedurali.
Le sfide del modello sferico: criticità e opportunità
Complessità organizzativa e governance
L’integrazione delle tre dimensioni comporta sfide significative nella gestione della complessità.
Coordinamento multi-stakeholder: Allineare interessi e tempi di imprese, amministrazioni pubbliche e cittadini richiede capacità di mediazione, processi partecipativi strutturati e meccanismi di governance trasparenti.
Sostenibilità economica nel medio-lungo periodo: Superata la fase di avvio incentivata, le configurazioni devono dimostrare sostenibilità economica autonoma, richiedendo modelli finanziari robusti e diversificazione delle entrate.
Competenze distribuite: Servono team multidisciplinari che integrino ingegneria, economia, diritto, scienze sociali e comunicazione, un patrimonio di competenze non sempre facilmente reperibile, soprattutto in contesti locali.
Barriere culturali e resistenze al cambiamento
Il passaggio da un modello centralizzato e unidirezionale a uno distribuito e partecipativo incontra resistenze.
Mentalità individualista: Superare la logica del “mio impianto, mia energia” verso una prospettiva di condivisione e beneficio collettivo richiede percorsi educativi e campagne di sensibilizzazione.
Diffidenza verso le forme collaborative: Esperienze negative con cooperative o consorzi in altri settori possono creare scetticismo verso le comunità energetiche, richiedendo trasparenza, comunicazione efficace e risultati dimostrabili.
Gap di conoscenza tecnica: Molti potenziali partecipanti non hanno familiarità con concetti energetici, meccanismi incentivanti e dinamiche di mercato, creando asimmetrie informative che possono ostacolare l’adesione informata.
Opportunità emergenti
Nonostante le sfide, il modello sferico apre opportunità significative per il sistema economico italiano.
Rilocalizzazione del valore energetico: Trattenere sul territorio una quota crescente del valore generato dall’energia, anziché vederlo drenato verso fornitori centralizzati o mercati globali, può rivitalizzare economie locali.
Innovazione sociale: Le configurazioni collettive diventano laboratori di innovazione non solo tecnologica ma anche sociale, sperimentando forme di democrazia economica e solidarietà territoriale.
Resilienza sistemica: Sistemi energetici distribuiti e diversificati sono intrinsecamente più resilienti rispetto a quelli centralizzati, meglio in grado di affrontare crisi (climatiche, geopolitiche, economiche) e shock sistemici.
Attrazione di investimenti: Territori che dimostrano capacità di sviluppare ecosistemi energetici integrati diventano attrattivi per investitori impact-oriented e per imprese che cercano localizzazioni sostenibili per le proprie attività.
Prospettive future: verso un ecosistema energetico integrato
Il modello sferico di crescita sostenibile rappresenta non un punto di arrivo ma un processo evolutivo continuo, che nei prossimi anni conoscerà ulteriori sviluppi.
Digitalizzazione e intelligenza artificiale
L’integrazione di piattaforme digitali e algoritmi di intelligenza artificiale permetterà:
Ottimizzazione dinamica: Sistemi che bilanciano in tempo reale produzione, consumo e accumulo nelle configurazioni collettive, massimizzando autoconsumo ed energia condivisa.
Mercati locali dell’energia: Piattaforme peer-to-peer che permettono scambi energetici diretti tra membri delle comunità, con prezzi dinamici basati su domanda e offerta locale.
Gemelli digitali territoriali: Simulazioni avanzate che permettono di progettare e ottimizzare ecosistemi energetici territoriali prima della loro realizzazione fisica.
Integrazione settoriale
Il modello sferico si espanderà integrando settori oggi ancora largamente separati:
Energia-Mobilità: Comunità energetiche che integrano sistemi di ricarica per veicoli elettrici condivisi, ottimizzando i carichi e sfruttando le batterie dei veicoli come accumuli distribuiti (V2G).
Energia-Acqua-Rifiuti: Ecosistemi territoriali che gestiscono integralmente i flussi di materia ed energia, valorizzando scarti e sottoprodotti (biogas da rifiuti organici, teleriscaldamento da termovalorizzazione, pompaggi idrici per accumulo energetico).
Energia-Agricoltura-Alimentazione: Filiere corte integrate che producono cibo ed energia rinnovabile (agrivoltaico, biogas da effluenti), riducono sprechi e chiudono cicli nutrienti.
Nuovi modelli di impresa territoriale
Emergeranno forme organizzative ibride che superano la distinzione tra impresa for-profit, cooperativa e ente pubblico:
Società benefit territoriali: Imprese che incorporano statutariamente obiettivi di beneficio comune territoriale, bilanciando profitto economico e impatto sociale-ambientale locale.
Partnership pubblico-privato-comunitarie: Modelli di governance a tre eliche che integrano investimenti pubblici, capacità imprenditoriali private e partecipazione comunitaria.
Consorzi di scopo energetico: Aggregazioni temporanee tra imprese, enti locali e associazioni per realizzare progetti energetici territoriali complessi, con strutture di governance flessibili e orientate al risultato.
Conclusioni: dall’energia come commodity all’energia come bene comune territoriale
Il modello sferico di crescita sostenibile che integra impresa, territorio e comunità rappresenta un cambio di paradigma profondo nel settore energetico italiano. Si passa da una concezione dell’energia come semplice commodity, scambiata su mercati globali e gestita da oligopoli centralizzati, a una visione dell’energia come bene comune territoriale, co-prodotto e co-gestito da attori locali interconnessi.
Le imprese sostenibili che sapranno posizionarsi in questo nuovo paradigma – non come attori isolati ma come nodi di ecosistemi territoriali – troveranno opportunità di crescita, differenziazione competitiva e creazione di valore condiviso. Il sviluppo locale energia non sarà più un obiettivo accessorio o uno slogan di facciata, ma diventerà il cuore di strategie di sviluppo territoriale integrate, capaci di generare benessere economico, coesione sociale e sostenibilità ambientale.
Le comunità energetiche, infine, rappresentano la forma organizzativa che può dare concretezza operativa a questa visione, trasformando cittadini passivi in prosumer attivi, imprese isolate in nodi di rete collaborativa, e territori frammentati in ecosistemi energetici integrati.
Il percorso verso questo modello sferico non è privo di ostacoli – normativi, economici, culturali, organizzativi – ma gli strumenti, gli incentivi e le esperienze pionieristiche dimostrano che è possibile, necessario e desiderabile. L’Italia, con la sua tradizione di imprenditorialità diffusa, identità territoriali forti e vocazione comunitaria, ha tutte le caratteristiche per diventare un laboratorio avanzato di questo nuovo modello di sviluppo sostenibile.
Nella mia vita ho messo al centro la persona, la fiducia, la dignità professionale valori che guidano ogni mia scelta. Credo che il lavoro dell’operatore energetico meriti più rispetto, più metodo e una nuova narrazione.